I lavori di rimozione dei pavimenti in Vinyl Amianto

 

 

 

N.B. Le operazioni di manutenzione e bonifica dei pavimenti vinilici contenenti amianto non sono contemplate dal D.M. 06/09/1994 pertanto quelle che seguono sono soltanto delle Linee Guida.

 

 

 

 

 

Riferimenti e indicazioni per la manutenzione e bonifica dei pavimenti vinilici contenenti amianto:

 

Sergio Clarelli, Presidente ASSOAMIANTO

Pavimenti in vinyl amianto: alcune proposte operative per manutenzione e bonifica

"AMBIENTE & SICUREZZA", IL SOLE 24 ORE, n. 7/2010

Sergio Clarelli, Presidente ASSOAMIANTO

Pavimenti in vinyl amianto: come mantenere un buono stato di conservazione

"AMBIENTE & SICUREZZA", IL SOLE 24 ORE, n. 22/2001

 

 

Qui di seguito Riferimenti e indicazioni dell'ULSS 20, Verona

 

1. PREMESSA

La presenza di pavimenti in vinil-amianto (VA) e' molto diffusa. Nei decenni 60-80 il materiale, di basso costo e di rapida messa in opera, e' stato largamente usato soprattutto per la pavimentazione di edifici pubblici, scuole, ospedali ed anche di alloggi popolari.

Il procedimento industriale per la produzione del VA consiste nella mescola di resine di PVC, copolimeri, leganti inorganici, pigmenti e amianto. Il materiale viene scaldato e, quando la miscela raggiunge la temperatura e la plasticità desiderate, viene laminato fino allo spessore richiesto e quindi tagliato in piastrelle.

Vi sono poche pubblicazioni al riguardo della possibilità di cessione, spontanea o provocata, di fibre libere di amianto dai pavimenti in VA in opera, a differenza dei numerosi lavori che trattano di materiali friabili.

L'Istituto americano di Ricerca sugli Effetti dell'Amianto sulla Salute (HEI-AR), in una pubblicazione di sintesi delle conoscenze sul problema dell'amianto indoor del 1991, riferisce che le fibre di amianto presenti nei materiali vinilici in opera si trovano incapsulate in una matrice stabile che ne previene la diffusione ambientale, se il materiale e' mantenuto in buone condizioni (1).

Altri autori sostengono l'assenza di inquinamento indoor, in condizioni normali (2,3). Ciò e' anche confermato dal Rapporto ISTISAN 89/26 ("Inquinamento da asbesto negli ambienti di vita"), ove l'ISS, citando dati dell'OMS e dell'U.S.EPA, riporta una concentrazione di fibre libere di amianto compresa fra 0,2 e 1 ff/l in edifici privi di specifiche sorgenti di amianto o con amianto saldamente legato a matrici (VA, cemento-amianto) in buono stato di conservazione. Concentrazioni analoghe di fibre aerodisperse si ritrovano nelle aree urbane, con punte anche più elevate nelle zone con intenso traffico veicolare, come riferito nel citato Rapporto ISTISAN 89/26 e nei lavori di Chiappino (4).

Solo due studi hanno dimostrato la presenza di fibre libere di amianto in aria in edifici ove l'unica fonte era costituita da pavimenti in VA (5, 6).

Alcuni autori sostengono un possibile inquinamento da fibre libere durante le operazioni di lucidatura dei pavimenti con macchine con spazzole abrasive (Demyanek, Wilmoth, citati). Tuttavia queste pubblicazioni si riferiscono a fibre di lunghezza compresa fra 0,5 e 5 um (analisi in TEM), mentre la normativa di riferimento (D.M. 06.09.94) raccomanda di contare solo le fibre di lunghezza superiore a 5 um, che nei campioni esaminati dagli stessi autori non sono state ritrovate.

La pubblicazione della Circolare del Ministero della Sanita' n. 45/86 e' stata l'occasione per un controllo capillare dei materiali contenenti amianto nelle scuole e negli ospedali del territorio dell'USL di Verona. Grazie ai numerosi sopralluoghi e ai campionamenti eseguiti sui materiali, sulle polveri depositate e sul particolato atmosferico, l'apposta Commissione istituita presso l'USL ha potuto definire con una certa precisione l’entità del problema.

Si e' accertato ad esempio che, nelle zone frequentate, gli unici materiali edilizi contenenti amianto erano costituti dai pavimenti vinilici, in nessun caso e' stato ritrovato amianto nei componenti minerali dei controsoffitti e delle pareti mobili; in un solo caso era presente amianto friabile, a spruzzo, sul soffitto di una palestra.

Lo scopo del presente lavoro e' illustrare l'esito dei campionamenti eseguiti sui pavimenti in vinil-amianto, sulle polveri depositate e sui campioni di aeriformi, in condizioni normali e durante i lavori di rimozione. Vengono inoltre suggerite alcune misure di prevenzione per la manutenzione dei pavimenti e nei lavori di bonifica.

 

2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO

A partire dalla seconda meta' degli anni '80 la normativa italiana in tema di protezione dal rischio amianto si e' notevolmente arricchita. Vengono qui citate le principali leggi, con riferimento al particolare tema trattato.

- Ordinanza Min. San. 26.06.86. Vieta, con alcune eccezioni, l'immissione sul mercato e l'uso della crocidolite.

- Circolare Min. San. 10.07.86 n. 45. "Piano di interventi e misure tecniche per l'individuazione del rischio connesso all'impiego di materiali contenenti amianto in edifici scolastici e ospedali pubblici e privati". La Circolare e' stata per molti anni il testo fondamentale di riferimento per la definizione delle procedure di valutazione del rischio da amianto indoor e per le conseguenti azioni di bonifica, in quanto vengono specificate le misure di sicurezza necessarie per minimizzare l'esposizione dei lavoratori nei lavori di rimozione dell'amianto.

Peraltro la Circolare non indica i pavimenti in VA come possibile fonte di inquinamento; infatti nell'esempio di scheda per l'accertamento dei materiali si indicano solo soffitti e pareti.

- DPR 24.05.88 n. 215. Vieta definitivamente l'immissione sul mercato e la commercializzazione della crocidolite. Nell'allegato II viene definita la simbologia dell'etichettatura dei prodotti contenenti amianto.

- D.Lgs. 15.08.91 n. 277. E' una legge fondamentale in tema di protezione dei lavoratori. Il Capo III e' specificamente dedicato alle problematiche dell'amianto. Vengono stabiliti obblighi particolari in caso di superamento dei valori limite di esposizione; l'articolo 34 stabilisce l'obbligo di redazione del piano di lavoro per le attività di demolizione e rimozione dei materiali contenenti amianto. L'organo di vigilanza ha novanta giorni di tempo per rilasciare particolari prescrizioni sulle modalità di lavoro.

- Legge 27.03.92 n. 257. Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto. La legge, oltre a stabilire la messa al bando dell'amianto (l'ultima deroga e' scaduta nell'aprile '94), prende in esame vari altri aspetti, quali la definizione dei rifiuti contenenti amianto, l'abbassamento del valore limite di esposizione, l'obbligo della relazione annuale delle ditte alle USL e alla Regione, ecc. In particolare prevede che le Regioni predispongano specifici piani di intervento secondo gli indirizzi definiti dal DPR 08.08.94.

- D.M. 06.09.94 Min. San. Stabilisce le norme tecniche per la valutazione del rischio e i metodi di bonifica dall'amianto negli edifici. Negli allegati al Decreto sono descritti i metodi per le analisi dei campioni in massa e delle fibre aerodisperse. La legge e' di importanza fondamentale sia per le imprese che effettuano le bonifiche che per gli organi di vigilanza, in quanto descrive in modo analitico le procedure di sicurezza che devono essere messe in atto per prevenire il rischio di esposizione degli addetti ai lavori di bonifica.

 

3. MATERIALI E METODI

Si premette che tutte le indagini di laboratorio sono state eseguite dalla Sezione di Fisica del PMP di Verona.

In tabella 1 e' riportato il numero di edifici oggetto di sopralluogo da parte della commissione amianto. Ogni volta che veniva ritrovato un pavimento sospetto, in accordo con il metodo descritto dalla Circolare 45/86, veniva prelevato un campione del materiale e sottoposto ad analisi diffrattometrica a raggi X. L'amianto ritrovato era sempre del tipo crisotilo.

 

    TAB. 1 - Numero di edifici ispezionati per anno con e senza amianto nei pavimenti.

 

 ANNO

TIPO EDIFICIO

EDIFICI

ISPEZIONATI

EDIFICI SENZA AMIANTO

EDIFICI CON AMIANTO

 1988

 Asili nido

 12

 11

 1

 1989

 Materne

 46

 34

 12

 1990

 Mat,elem,medie

 66

 52

 14

 1991

 Mat,elem,medie

 37

 24

 13

 1992

Mat,elem,medie,sup, ospedali

 18

 15

 3

 1993

Mat,elem,medie,sup, universita’

 23

 /

 23

 1994

Mat,elem,sup, universita’

 11

 /

 11

 1995

Mat,superiori, ospedali

 14

 8

 6

1996

 Mat,universita’

2

 /

 2

TOTALE

 

229

144

85

 

Si osserva che in circa un terzo degli edifici ispezionati si sono ritrovati pavimenti in VA. Il maggior numero di edifici scolastici con pavimenti in VA era stato costruito fra gli anni 60 ed 80.

Nella fase successiva veniva effettuata la raccolta della polvere depositata, al fine di determinare il "livello di contaminazione". L'analisi delle polveri prevede la quantificazione dell'amianto mediante Microscopia Elettronica a Scansione (SEM), che si basa sul conteggio delle fibre e la loro determinazione con microanalisi.

Il "livello di contaminazione" definito dalla Circolare 45/86, oltre il quale era previsto un immediato intervento di bonifica, era pari a 1 ug di amianto su g di polvere (un ppm). La Sezione di Fisica del PMP di Verona ha brillantemente dimostrato non solo che quel livello era inferiore alla sensibilità della metodica di analisi, ma anche che il limite era correntemente superato anche in locali senza materiali in amianto, a causa della contaminazione atmosferica urbana (7).

L'analisi delle polveri depositate ha fornito i risultati sintetizzati in tabella 2. I risultati sono riportati secondo classi di concentrazione ponderale crescente da A ad F e riferiti al contenuto in amianto delle piastrelle dei pavimenti.

 

TAB. 2 - Confronto fra il contenuto in amianto nei pavimenti in VA e la concentrazione di amianto nelle polveri inorganiche raccolte.

 

MATERIALI

 

% DI

POLVERI

AMIANTO

A

B

C

D

E

F

< 1 %

/

2

/

/

/

/

1 ¸ 5 %

/

11

1

1

1

/

6 ¸ 10 %

3

11

1

4

2

/

11 ¸ 15 %

/

2

1

3

/

/

16 ¸ 20 %

/

2

/

2

/

/

21 ¸ 25 %

/

/

/

3

/

2

> 25 %

/

/

/

1

/

2

TOT

3

28

3

14

3

4

 

Classi di concentrazione:

A inferiore alla sensibilità D tra 100 e 1000 mg/kg

B inferiore a 100 mg/kg E intorno a 1000 mg/kg

C intorno a 100 mg/kg F superiore a 1000 mg/kg

Sensibilità della metodica di analisi: 15 mg/kg

 

Si osserva che nella maggior parte dei casi il contenuto di amianto delle polveri si colloca nella classe di concentrazione inferiore a 100 ppm (B), per quanto sia ben rappresentata anche la classe fra 100 e 1000 ppm (D). Non risulta una correlazione stretta fra il contenuto di amianto nelle piastrelle e quello presente nella polvere raccolta nella stessa area.

Come sopra riferito, il "livello di contaminazione" previsto dalla Circolare (un ppm) era sempre abbondantemente superato.

In 14 edifici sono stati effettuati campionamenti di particolato atmosferico, in contemporanea ai prelievi di polvere depositata. I campionamenti e la successiva determinazione delle fibre di amianto in microscopia SEM sono stati eseguiti secondo le metodiche previste dal D.M. 06.09.94. In tabella 3 sono sintetizzati i risultati dei monitoraggi.

 

TAB. 3 - Particolato atmosferico campionato negli anni 1993 e 1994

Tot. edifici n. 14. - Campionamenti in SEM

 

ANNI

N° CAMPIONI

CONC. = 0 ff/l

CONC. 0.1 ¸ 1 ff/l

CONC. > 1 ff/l

1993

12

10

1

1 (1.4 ff/l)

1994

15

11

3

1 (4.5 ff/l)

TOT.

27

21

4

2

 

Dalla tabella si osserva che su 27 campioni esaminati la grande maggioranza mostrava concentrazione di fibre libere di amianto pari a 0, in 4 casi era comunque inferiore a 1 ff/l e in soli 2 casi superiore a 1 ff/l. Il caso corrispondente al rilievo di 4,5 ff/l (la stanza giochi di una scuola materna) e' stato ricontrollato, nelle medesime condizioni, ed il secondo campionamento ha fornito il risultato di 0 ff/l.

Il confronto fra i dati ambientali, quelli relativi ai campionamenti sulle polveri depositate e quelli sul contenuto in amianto dei materiali ha fatto osservare che solo in un caso vi e' stata corrispondenza fra il numero di fibre in aria (0,8), comunque molto contenuto, la quantità di amianto nella polvere (classe F) e la percentuale di amianto nel materiale (crisotilo > 25%); in tutti gli altri casi non e' stata rilevata corrispondenza fra le tre categorie di campioni.

Per spiegare la mancata o scarsissima presenza di fibre in aria, nonostante la discreta quantità di amianto rilevata nei campioni di polvere, la Sezione di Fisica del PMP ha ipotizzato che le fibre nelle polveri si trovano inglobate in granuli di dimensioni tali da non poter essere dispersi nell'aria. La preparazione del campione di polvere per l'analisi in SEM disgrega i granuli liberando le fibre e riducendo i fasci di crisotilo in fibre più piccole.

A conclusione delle indagini la commissione amianto ha proposto all'Istituto Superiore di Sanità di eseguire monitoraggi in aria piuttosto che nei campioni di polveri depositate, allo scopo di ottenere dati più sicuri ai fini preventivi.

Nella tabella 4 viene presentata la casistica dei campionamenti eseguiti in concomitanza ai lavori di rimozione dei pavimenti in VA. Alcuni campionamenti sono stati effettuati in MOCF (Microscopia Ottica in Contrasto di Fase) ed altri in SEM.

 

TAB. 4 - Risultati dei campionamenti nei lavori di rimozione.

 

Determinazioni in:

 CONCENTRAZ.

 

 CASI

 

 

 

Fondo iniziale

Durante i lavori

Finale

MOCF

 

 

 < 10 ff/l

-----------

10 ¸ 15 ff/l 

 6

----------

7

 6

---------

8

 13

----------

3

 SEM

 

 

0 ff/l

------------

0.1 ¸ 0.5 ff/l 

 10

----------

3

 7

----------

3

 8

----------

1

 

Dalla lettura della tabella emerge chiaramente che sia i dati dei campionamenti personali, in MOCF, eseguiti durante la rimozione, che quelli ambientali, in SEM, durante e dopo la rimozione, sono confortanti. In particolare non sono stati evidenziati casi di superamento dei valori proposti dal D.M. 06.09.94 come limite per giudicare uno stato di inquinamento in atto (rispettivamente: 20 ff/l in MOCF e 2 ff/l in SEM) e tanto meno il superamento dei limiti previsti dal D.Lgs. 277/91 (100 ff/l in MOCF).

 

5. DISCUSSIONE

Per quanto concerne il riconoscimento della natura dei materiali, l'esperienza fatta nei sopralluoghi dalla commissione amianto consente di ricavare alcune indicazioni:

1- I materiali in VA si presentano in piastrelle, di solito di misura 30 x 30 o 40 x 40 cm; pertanto i pavimenti posati in rotoli difficilmente contengono amianto.

2- Le piastrelle si presentano solitamente dure, difficilmente scalfibili; se vengono piegate si spezzano di netto. La superficie può essere sia di colore uniforme che variamente screziato.

3- Salvo quanto detto, non e' possibile un riconoscimento diretto, "a vista", del contenuto in amianto o meno del pavimento. Esistono piastrelle in VA del tutto simili nell'aspetto esteriore a quelle prive di amianto. Pertanto nella maggioranza dei casi si impone il campionamento del materiale.

4- Non vanno confusi con il VA altri materiali incollati per pavimentazioni, come quelli di gomma naturale, spesso presenti nelle palestre, o il linoleum. Quest'ultimo viene prodotto a partenza dall'olio di lino cotto, essiccato e steso su un supporto di tela di iuta; il materiale e' molto flessibile e sottile.

Proposta per la manutenzione dei pavimenti.

Stabilito che, in condizioni normali, l’entità del rilascio di fibre libere da parte di un pavimento in VA e' molto contenuta, se non assente, devono comunque essere fornite ai proprietari degli immobili delle indicazioni per mantenere i pavimenti in buone condizioni. Infatti e' noto che, in generale, il campionamento ambientale non può essere preso come unico strumento per valutare il rischio del rilascio di fibre in aria da parte di un materiale contenente amianto, in quanto fornisce indicazioni solo sul momento del campionamento, senza poter prevedere i futuri danneggiamenti.

A questo scopo e' stata trasmessa ai proprietari degli edifici scolastici una nota, contenente alcune semplici indicazioni, che vengono qui riportate.

1- Effettuare le normali pulizie con stracci umidi.

2- Incerare i pavimenti periodicamente, evitando l'utilizzo di spazzole con setole dure.

3- Le piccole manutenzioni, per la sostituzione di piastrelle rotte o logorate, devono essere eseguite in assenza di allievi e con un'accurata pulizia finale ad umido.

4- Le eventuali fessurazioni fra le piastrelle possono essere sigillate con i comuni prodotti in commercio.

5- La rimozione di intere pavimentazioni deve essere autorizzata dal Servizio di Prevenzione dell'ULSS previa definizione del piano di lavoro previsto dall’art. 34 del D.Lgs. 277/91.

6- Sono sempre possibili interventi di "sopracopertura" dei pavimenti tramite l'incollaggio di nuovi materiali esenti da amianto.

Piano di lavoro per la rimozione di pavimenti.

La rimozione di materiali contenenti amianto deve essere preceduta dalla presentazione del piano di lavoro. Il Servizio di Prevenzione degli ambienti di lavoro dell'ULSS rilascia prescrizioni sulle modalità di lavoro in modo da ridurre al minimo il rischio di esposizione dei lavoratori e di contaminazione dell'ambiente a causa della possibile presenza di fibre libere di amianto.

Il D.M. 06.09.94 stabilisce le misure di sicurezza da rispettare durante la bonifica di materiali friabili, di rivestimenti di tubazioni con la tecnica dei glove-bags e di coperture in cemento-amianto. La delibera della Giunta della Regione Veneto n. 5607 del 31.10.95 fornisce ulteriori indicazioni agli Organi di Vigilanza, ancora in materia di rimozioni di coperture in cemento-amianto.

A tutt'oggi non sono disponibili protocolli per la rimozione di pavimenti in VA.

In considerazione dei risultati dei campionamenti eseguiti durante i lavori di rimozione, che dimostrano scarsa o nulla presenza di fibre, se i lavori sono eseguiti secondo un protocollo di sicurezza, si riportano le condizioni operative che sono state prescritte e seguite durante i lavori.

1- I lavori devono essere eseguiti in assenza di utenti, anche nei locali limitrofi.

2- Prima di procedere alla rimozione dei pavimenti, i vani devono essere segregati e deve essere posta sulle entrate idonea cartellonistica di avvertimento sui lavori in corso e di divieto di accesso. Le finestre e le porte devono restare chiuse fino a bonifica terminata.

3- Le parti non spostabili (termosifoni, bancali delle finestre, eventuali attrezzature, ecc.) devono essere rivestite con teli di politene.

4- I pavimenti, nello stato attuale, devono essere accuratamente puliti ad umido, con stracci bagnati.

5- In tutte le lavorazioni a contatto coi materiali contenenti amianto i lavoratori devono essere equipaggiati con tuta monouso dotata di cappuccio, in tyvek e semimaschera munita di filtro P2 o facciale filtrante FFP2.

6- Il sollevamento delle piastrelle deve avvenire con strumenti manuali, tipo spatola, cercando di sollevare le piastrelle una ad una, evitando di romperle. Non e' consentito l'utilizzo di strumenti elettrici ad alta velocità.

7- Durante la rimozione delle piastrelle, un lavoratore, appositamente addetto, deve costantemente mantenere bagnata la superficie inferiore della piastrella con una soluzione vinilica al 5%, colorata, a spruzzo, utilizzando una pompa a mano o anche semplicemente uno spruzzatore per piante.

8- Ogni 30-40 piastrelle levate, queste devono essere subito confezionate in pacchetti, rivestiti con politene e chiusi con nastro adesivo. I pacchetti verranno successivamente insaccati in big-bags contrassegnati a norma.

9- Eventuali residui sul sottofondo devono essere trattati con la soluzione vinilica e, una volta asciugati, raschiati con cura e aspirati con aspiratore dotato di filtro assoluto.

10- Al termine del lievo delle mattonelle, il sottofondo messo a nudo deve essere nuovamente pulito con stracci bagnati.

11- Al termine dei lavori le attrezzature utilizzate dovranno essere accuratamente pulite ad umido.

12- Massima cura deve essere riservata alle operazioni di svestizione: tenendo indossata la maschera, l'operatore deve procedere ad una pulizia ad umido della tuta, che deve essere sfilata arrotolandola man mano dall'alto verso il basso e dall'interno verso l'esterno e poi riposta in un contenitore chiuso. Infine dovra' essere tolta con cautela la maschera, dopo averla inumidita esternamente.

13- Monitoraggi.

Devono essere effettuati campionamenti d'aria per la ricerca di eventuali fibre di amianto:

- Uno o più campionamenti di fondo, in Microscopia Elettronica, nelle condizioni attuali del pavimento;

- Uno o più campionamenti personali durante il lavori di lievo delle piastrelle, in Microscopia Ottica.

- Uno o più campionamenti al termine della bonifica, in MOCF. All'esito favorevole di questi campionamenti seguirà nulla osta per la rimozione dei teli di politene e per l'ingresso di altro personale per i lavori successivi.

- Uno o più campionamenti finali, prima della riconsegna dei vani per il loro abituale utilizzo, in Microscopia Elettronica.

 

CONCLUSIONE

Nel corso degli ultimi anni, grazie ad una migliore messa a fuoco del problema amianto, determinata anche dalla pubblicazione di una serie di leggi di riferimento, la questione del rischio conseguente alla presenza di materiali contenenti amianto all'interno degli edifici si e' definitivamente chiarita. Infatti ora e' largamente noto che va fatta una netta distinzione fra i materiali friabili e quelli compatti. Mentre per i primi la valutazione del rischio deve essere fatta con rigidi protocolli e i lavori di rimozione devono essere condotti con la massima sicurezza, per i materiali compatti, e in modo particolare per il VA, le procedure possono essere semplificate.

I dati illustrati, per quanto parziali e necessari di ulteriori approfondimenti con altre esperienze, confermano quanto già noto fra gli "addetti ai lavori", e cioè che i pavimenti in VA di per se' non costituiscono un problema urgente di salute pubblica e che i lavori di rimozione condotti con procedure e tecniche di facile applicazione, sono in grado di evitare la contaminazione ambientale da parte di fibre di amianto.

 

(Fonte: V.Verga, L. Gaburro - SPISAL - ULSS 20, Verona - SAFETYNET)