Una sostanza che difende dal fuoco ma che lascia anche strascichi dannosi

Amianto, un amico pericoloso. Ecco come la legge può difenderci dalle malattie.

di Ing. Sergio Clarelli, Presidente di ASSOAMIANTO

 

(pubblicato su "La Provincia di Como", La Provincia di Lecco", "La Provincia di Sondrio"  - 27 ottobre 1999)

 

 

 

 

L’amianto o asbesto è un minerale naturale a struttura fibrosa che si presenta in natura sottoforma di sei composti (actinolite, amosite o asbesto bruno, antofillite, crisotilo o asbesto bianco, crocidolite o asbesto blu, tremolite).

Esso presenta buona resistenza al fuoco e al calore, all’azione di agenti chimici e biologici, all’abrasione e all’usura; presenta inoltre una notevole resistenza meccanica, un’alta flessibilità, si lega facilmente con materiali da costruzione ed ha buone proprietà fonoassorbenti e termoisolanti.

Per queste ottime proprietà tecnologiche ed anche perché era economico, nel passato è stato utilizzato un po’ dappertutto: nell'industria, in edilizia, in prodotti di uso domestico e nei mezzi di trasporto.

In questi prodotti, manufatti e applicazioni, le fibre si possono presentare sia libere o debolmente legate sia fortemente legate; nel primo caso si parla di amianto in matrice friabile, nel secondo, invece, di amianto in matrice compatta.

Tra gli innumerevoli prodotti contenenti amianto si ricordano, solo per citarne alcuni,: corde, nastri e guaine per la coibentazione di tubazioni, di cavi elettrici vicini a sorgenti di calore intenso come forni, caldaie, ecc.; tessuti per il confezionamento di tute protettive antifuoco, coperte spegnifiamma, ecc.; carta e cartoni utilizzati come barriere antifiamma, ecc.; pannelli di fibre grezze compresse impiegati per la coibentazione di tubazioni; filtri costruiti con carta di amianto, o semplicemente con polvere compressa, utilizzati nell'industria chimica ed alimentare.

Inoltre, dall’impasto con altri materiali si ottenevano l’amianto a spruzzo, utilizzato: come isolante termico nei cicli industriali con alte temperature (es. centrali termiche e termoelettriche, industria chimica, siderurgica, vetraria, ceramica e laterizi, alimentare, distillerie, zuccherifici, fonderie); come isolante termico nei cicli industriali con basse temperature (es. impianti frigoriferi, impianti di condizionamento); come isolante termico e barriera antifiamma nelle condotte per impianti elettrici. E' stato impiegato, inoltre, nel settore dei trasporti per la coibentazione di carrozze ferroviarie, di navi, di autobus, ecc.. Altre applicazioni derivanti dall’impasto con l’amianto erano i materiali di attrito (impasto di resine sintetiche e amianto utilizzato per realizzare i ferodi, usati per fabbricare freni e frizioni degli autoveicoli), il vinil-amianto (impasto di resine sintetiche e amianto, utilizzato per confezionare mattonelle per pavimenti), il cemento-amianto, impasto di cemento con amianto, noto come Eternit, largamente utilizzato in edilizia, sottoforma di: lastre piane o ondulate (le lastre ondulate sono state impiegate per coperture di edifici civili e industriali e quelle piane come pareti divisorie non portanti); tubi (per acquedotti e fognature utilizzati per la buona resistenza ad alte pressioni e alla corrosione di agenti chimici); tegole (l’amianto unito alle miscele di calcestruzzo conferiva alle tegole leggerezza e resistenza); canne fumarie; serbatoi. Inoltre l’asbesto è stato utilizzato negli intonaci (impasto di amianto in polvere con leganti particolari) utilizzati per il rivestimento di strutture portanti quali solai e pilastri. Le strutture metalliche portanti di edifici (travi e colonne) sono state rivestite con amianto spruzzato affinchè conservassero la loro robustezza in caso di incendi.

L'amianto è stato utilizzato anche nella produzione di vari oggetti di comune uso domestico: in alcuni elettrodomestici, all'interno di forni, stufe, in alcuni utensili, in prese e guanti da forno, in teli da stiro, ecc.. Con il tempo questi oggetti si deteriorano e possono disperdere fibre nell'ambiente.

In passato l’amianto è stato impiegato anche in: adesivi e collanti, tessuti ignifughi per arredamento (tendaggi, tappezzerie), tessuti per imballaggio (sacchi per la posta), ecc..

Sappiamo però che con il tempo l’amianto si è rivelato nocivo per la salute dell'uomo per la capacità dei materiali di amianto di rilasciare fibre potenzialmente inalabili. E l’esposizione a tali fibre è responsabile di patologie gravi ed irreversibili prevalentemente dell’apparato respiratorio.

I più pericolosi sono i materiali friabili i quali si possono ridurre in polvere con la semplice azione manuale e, a causa della scarsa coesione interna, possono liberare fibre spontaneamente (soprattutto se sottoposti a vibrazioni, correnti d’aria, infiltrazioni d’acqua) o se danneggiati nel corso di interventi di manutenzione.

L’amianto compatto invece per sua natura non tende a liberare fibre (il pericolo sussiste solo se segato, abraso o deteriorato).

L’esposizione alle fibre di amianto è associata in particolare a malattie dell'apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi).

Esse si manifestano dopo molti anni dall'esposizione: da 10 - 15 per l'asbestosi ad anche 20 - 40 per il carcinoma polmonare ed il mesotelioma.

L'asbestosi è una grave malattia respiratoria, correlata all'inalazione di fibre d’amianto, caratterizzata da fibrosi polmonare a progressivo aggravamento che conduce ad insufficienza respiratoria con complicanze cardiocircolatorie.

Si manifesta per esposizioni medio-alte ed è, quindi, tipicamente una malattia professionale che, attualmente, è sempre più rara ma che ha provocato il maggior numero di decessi.

Il carcinoma polmonare si verifica anche per esposizioni a basse dosi.

Il fumo di sigarette amplifica notevolmente l’effetto cancerogeno dell'amianto aumentando sensibilmente la probabilità di contrarre tale malattia (nei fumatori esposti ad amianto la probabilità è infatti 90 volte superiore a quella di non fumatori non esposti).

Il mesotelioma della pleura è un tumore altamente maligno della membrana di rivestimento del polmone (pleura) che è fortemente associato alla esposizione a fibre di amianto anche per basse dosi.

In genere, le esposizioni negli ambienti di vita sono di molto inferiori a quelle professionali, ciò nonostante non sono da sottovalutare perchè l'effetto neoplastico non ha teoricamente valori di soglia.

Infatti, nel corso degli anni sono stati accertati casi riferibili sia ad esposizioni professionali limitate nell’entità e durata, sia ad esposizioni al di fuori dell’ambito professionale (come per esempio per gli abitanti in zone prossime ad insediamenti produttivi, per i conviventi o per i frequentatori di lavoratori esposti).

La legge fondamentale, che ha dettato le Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto, è la L. 27 marzo 1992, n. 257.

Il decreto attuativo della Legge n. 257/92 che ha definito le tipologie d’intervento nel settore dell’edilizia è il D. Min. Sanità 6 settembre 1994.

In base a questo decreto, le tecniche d’intervento per i materiali contenenti amianto sono in sostanza tre:

- la rimozione: elimina ogni potenziale fonte di esposizione ed ogni necessità di attuare specifiche cautele per le attività che si svolgono nell'edificio; comporta un rischio estremamente elevato per i lavoratori addetti e produce notevoli quantitativi di rifiuti speciali che devono essere correttamente smaltiti; in genere richiede l'applicazione di un nuovo materiale, in sostituzione dell'amianto rimosso;

- l’incapsulamento: prevede il trattamento dell'amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che (a seconda del tipo di prodotto usato) tendono ad inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l'aderenza al supporto, a costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta; non richiede la successiva applicazione di un prodotto sostitutivo e non produce rifiuti; il rischio per i lavoratori addetti è generalmente minore rispetto alla rimozione; è il trattamento di elezione per i materiali poco friabili di tipo cementizio; il principale inconveniente è rappresentato dalla permanenza nell'edificio del materiale di amianto e della conseguente necessità di mantenere un programma di controllo e manutenzione;

- il confinamento: consiste nell’installazione di una barriera a tenuta che separi l'amianto dalle aree occupate dell'edificio; se non viene associato ad un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all'interno del confinamento; rispetto all'incapsulamento, presenta il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti; occorre sempre un programma di controllo e manutenzione, in quanto l'amianto rimane nell'edificio; inoltre la barriera installata per il confinamento deve essere mantenuta in buone condizioni.

Il materiale contenente amianto, eventualmente rimosso, dev’essere poi correttamente smaltito.

A questo proposito il D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 di (cosiddetto decreto Ronchi, successivamente modificato ed integrato dal D. Lgs. 8 novembre 1997, n. 389 e dalla Legge 9 dicembre 1998, n. 426) abrogando la normativa esistente (all'art. 56), sostituisce la precedente classificazione dei rifiuti in speciali / tossici e nocivi con la nuova che li distingue in rifiuti pericolosi e non pericolosi.

In base a questo decreto:

- i rifiuti di costruzioni e demolizioni - materiali di costruzione a base di amianto (Materiali contenenti Amianto in matrice compatta) sono considerati rifiuti (speciali) non pericolosi;

- i rifiuti di costruzioni e demolizioni - materiali isolanti contenenti amianto (Materiali contenenti Amianto in matrice friabile) sono invece considerati rifiuti (speciali) pericolosi.